Noi traduttori siamo tanti, ma ognuno sceglie di tradurre qualcosa di diverso. Tale scelta si basa su un motivo ben preciso.
Qualche esempio?
Un percorso formativo o un’esperienza professionale in un ambito particolare: un avvocato può diventare un traduttore specializzato in traduzioni legali.
Oppure la scelta è guidata da un fattore pratico: il traduttore sceglie un settore di specializzazione molto redditizio.
In genere, il traduttore professionista si specializza in determinati settori seguendo le sue passioni.
E poi c’è chi va oltre: professionisti che hanno lavorato molto sulla propria identità e raggiunto una consapevolezza che li ha portati a scegliere di mettere i valori in cui credono al servizio della traduzione.
Proprio così: la traduzione contribuisce alla diffusione di uno stile di vita sano, consapevole e più sostenibile.
In occasione della Giornata Mondiale della Traduzione, vorrei presentarti due traduttrici professioniste che dimostrano i valori in cui credono con il loro lavoro quotidiano: Eleonora Angelici e Kristel Klein.
Queste traduttrici freelance non sono semplicemente specializzate in determinati settori, come gran parte dei professionisti, bensì in nicchie di mercato.
I loro percorsi professionali riflettono percorsi personali e cause importanti in cui credono fermamente.
Benvenuta sul mio blog!
Ci racconti di cosa ti occupi come traduttrice? Quali sono le tue combinazioni linguistiche?
Eleonora: Ciao Raffaella, è un onore essere tua ospite! Io svolgo traduzioni da inglese e tedesco in italiano. Nonostante sia traduttrice freelance ormai da quasi 4 anni, da pochi mesi ho creato Healthy Words, la mia attività specializzata in traduzioni per la salute e il benessere. Quando dico benessere non intendo tanto le classiche traduzioni medico-farmaceutiche (che invece sono un mercato più ampio), quanto tutti quei progetti che hanno come obiettivo di fondo il benessere fisico e mentale di chi leggerà le traduzioni: testi per il turismo wellness, l’alimentazione sana, la salute mentale…
Kristel: Ciao Raffaella e ciao a tutti i lettori! Innanzitutto ci tengo a ringraziarti per il tuo invito, che ho ricevuto con molto piacere. La mia attività di traduttrice freelance comprende i servizi di traduzione, localizzazione e sottotitolaggio dallo spagnolo, dall’inglese e dal francese verso l’italiano (la mia madrelingua, nonostante il nome ingannevole). Nello specifico, propongo i miei servizi linguistici a coloro che desiderano promuovere un progetto o un prodotto sostenibile presso un pubblico di lingua e cultura italiana.
Perché hai scelto la nicchia di mercato in cui lavori attualmente? Come sei arrivata a costruire questa identità professionale nell’ambito della traduzione?
Eleonora: Quando ho iniziato a lavorare come traduttrice non avevo idea che avrei finito per scegliere questa nicchia. Nei primi due o tre anni di attività come freelance ho lavorato in tanti ambiti diversi, perché ritenevo giusto avere delle basi in più campi. Poi nel 2018 ho iniziato, quasi per caso, un corso di 8 settimane di mindfulness per la riduzione dello stress (qualsiasi collega potrà confermare che fare il traduttore non è una passeggiata!): questo ha letteralmente cambiato il mio modo di vivere e di percepire me stessa e gli altri.
Una volta sperimentati i benefici della meditazione e della presenza mentale, è difficile tornare indietro. Così nei mesi successivi ho continuato le pratiche e approfondito i meccanismi alla base della mindfulness. Un giorno è arrivata l’illuminazione: è un ambito in cui adorerei lavorare e che mi rappresenta, perché io mi faccio sempre in quattro per il bene degli altri. Perché non specializzarmi in quello? Non so come non me ne sono resa conto prima. 🙂
Kristel: Fin da quando ho iniziato la mia professione nell’ambito della traduzione, pensavo che mi sarebbe piaciuto specializzarmi nel settore ambientale. Nel frattempo qualche anno è passato e per un motivo o per un altro mi sono trovata a tradurre cose del tutto diverse, dal turismo al settore del lusso, passando però anche per il commercio equo e solidale e la natura grazie alla collaborazione con due meravigliosi festival cinematografici italiani.
Negli ultimi anni ho iniziato a notare in me un cambiamento nel modo di concepire la vita e una maggiore consapevolezza in generale. Mi sono come “svegliata” e da allora ho la sensazione di vedere il mondo intorno a me con altri occhi. Ho iniziato a informarmi in maniera più approfondita su temi quali la decrescita e sulle alternative ecologiche e sostenibili cui possiamo ricorrere per sostituire molti prodotti nocivi che usiamo quotidianamente: detersivi, detergenti, cosmetici, cibi industriali ultra-trasformati, ecc.
Se ci fermiamo a pensare, quanti di noi leggono l’INCI dei cosmetici o le etichette alimentari, oppure riflettono sul fatto che quando facciamo le pulizie di casa stiamo respirando veri e propri veleni? Per non parlare dell’impatto ambientale di tali prodotti!
Per amore verso me stessa e verso il pianeta, ho cambiato diverse abitudini passando a uno stile di vita più sano, consapevole ed ecologico, cercando di ridurre i miei rifiuti e di sensibilizzare il prossimo alla questione trasmettendo quanto appreso personalmente. Ma non era abbastanza. Sentivo il bisogno di trovare la stessa motivazione anche nella sfera professionale e di far coincidere la mia attività lavorativa con i miei principi e valori. È così che ha iniziato a prendere forma la mia nuova identità professionale, con la quale mi auspico di contribuire maggiormente alle cause che mi stanno a cuore, appoggiandomi non solo sulle mie piccole azioni quotidiane, ma anche su preziose collaborazioni nell’ambito della sostenibilità.
A quali tipi di clienti rivolgi i tuoi servizi linguistici? Collabori con agenzie di traduzione oppure prediligi i clienti diretti?
Eleonora: Devo ammettere che, per cominciare, è molto più facile proporsi alle agenzie e così ho fatto in questi anni. Inutile dire, però, che più aumentano l’esperienza, le competenze e la maturità professionale, più l’obiettivo si sposta sui clienti diretti. Sento che solo così potrei fare la differenza! In presenza di un intermediario non riuscirei mai a conoscere davvero il cliente, né a curarne con costanza e uniformità le comunicazioni.
In più, la mia idea di traduttore non è essere semplicemente “persona che scambia file originali per file tradotti via email”. Voglio impiegare anche le mie competenze di marketing e comunicazione, oltre che i miei servizi linguistici. Per non parlare dell’utilità dell’interazione diretta con il cliente: la sensibilità e l’empatia sono tanto importanti quanto la conoscenza dell’inglese e del tedesco. Almeno per l’idea di professionista che ho e che voglio essere.
Kristel: Offro i miei servizi linguistici sia ad agenzie di traduzione che a clienti diretti, con una preferenza per questi ultimi per diversi motivi: collaborare con il cliente finale permette non solo di stabilire una comunicazione più immediata e di creare una dimensione più umana, ma genera anche un maggiore coinvolgimento con il progetto a cui sto lavorando. Infatti, cosa c’è di più motivante di collaborare con clienti che condividono i tuoi stessi valori?
Se un cliente ti propone un progetto che mette in discussione i valori che hai a cuore, te ne occuperesti comunque?
Eleonora: No. Io sono sempre stata un’idealista e la reputo una mia forza, anche se a volte questo mi porta a prendere posizioni che altri reputano ‘estreme’. Ma se ho scelto di fare la traduttrice nell’ambito del benessere è per trasmettere messaggi positivi ed educativi, non certo il contrario. Andrebbe contro tutto ciò in cui credo.
Kristel: Devo dire che non mi sono ancora trovata davanti a questo tipo di situazione. Se un giorno dovesse succedere, però, rifiuterei sicuramente di occuparmi di un progetto che va contro i miei valori. Semplicemente non avrebbe senso perché significherebbe sminuire l’impegno che dedico alla sostenibilità e vanificare il lavoro e gli sforzi fatti finora. Senza contare il fatto che non mi sentirei in pace con me stessa.
D’altro canto, esistono progetti che non sono del tutto allineati con i miei valori, ma che non considero nemmeno particolarmente inconciliabili con la mia visione. Per fare un esempio, negli ultimi anni ho avuto modo di specializzarmi nel settore dell’alta orologeria. Parliamo quindi del mondo del lusso, e sebbene personalmente non mi ci identifichi per nulla, in questo caso considero l’orologeria tradizionale una vera e propria arte che, unita a un preziosissimo savoir-faire artigianale, è in grado di produrre segnatempo di altissima qualità e precisione, nonché di una durata sorprendente.
In che modo cerchi di sensibilizzare gli altri alla missione in cui credi e che valorizzi nel tuo lavoro di traduttrice?
Eleonora: La mindfulness mi ha insegnato soprattutto l’ascolto e l’accettazione. Nel quotidiano, ogni volta che mi trovo davanti qualcuno in difficoltà, cerco di indirizzarlo verso questi atteggiamenti e di farlo riflettere su ciò che sta accadendo nel suo intimo, insomma: ascoltarsi. Come ho scritto anche nel mio sito, nella vita ci insegnano tante cose, ma poco spesso ad ascoltare noi stessi e mostrarci comprensione. Anzi, quasi sempre – vale anche per me – siamo noi stessi i nostri giudici più aspri.
Un altro modo è quello di aderire a iniziative e progetti su base volontaria: io cerco di contribuire con le mie competenze professionali oppure con altre capacità. Ad esempio, spero di ricevere buone notizie da un’organizzazione no profit che ho contattato di recente per un progetto pilota sulla salute mentale degli studenti universitari. Incrocia le dita per me!
Un’altra forma di influenza che questa epoca ci offre è quella sui social. Sono ben lungi dall’essere un’influencer, ma posto il più possibile contenuti su come migliorare il proprio benessere fisico e mentale, da una corretta alimentazione alla gestione dello stress, perché credo realmente nell’importanza di messaggi del genere. Insomma: se sono così fortunata da avere l’attenzione di qualcuno, voglio farne buon uso.
Kristel: Nella società attuale in cui moltissime persone conducono una vita “con il pilota automatico”, senza riflettere sull’impatto delle proprie azioni quotidiane, l’opera di sensibilizzazione al tema della sostenibilità acquisisce una fondamentale importanza. Per quanto mi riguarda, cerco di farlo condividendo – sia con le persone a me più vicine che con un pubblico più vasto attraverso i social network –, le informazioni che ho raccolto sull’argomento e mostrando in che modo io stessa cerco di ridurre il mio impatto sull’ambiente: riduzione dei rifiuti, uno stile di vita sano e rispettoso della natura, acquisti da fonti etiche e sostenibili, ecc.
Penso sia molto importante piantare un seme nella mente del prossimo. In molti casi prima o poi germoglierà. In altri non lo farà. Se c’è una cosa che sto imparando, non senza fatica, è che ogni persona ha i propri tempi per aprirsi a nuove idee, e che forzare non porta a grandi risultati. D’altronde, il miglior cambiamento avviene quando nasce dalla volontà propria di ognuno.
Confesso che spesso mi sono sentita impotente davanti ad attitudini di chiusura o critiche. Ora, invece, sebbene mi capiti ancora, sento che se con le mie azioni riesco a sensibilizzare anche solo una persona, ho già raggiunto un traguardo che può potenzialmente portarne altri.
Non dobbiamo dimenticare, infine, che affinché le cose cambino davvero a un livello soddisfacente per salvare il pianeta, il movimento deve prodursi sì dal basso, quindi dalle nostre azioni quotidiane in modo da cambiare la domanda, ma anche e forse soprattutto dall’alto delle sfere politiche e produttive. Spero vivamente che il forte movimento ambientalista rappresentato dai giovani di oggi riesca a farsi ascoltare in questo senso e a far spostare l’interesse delle grandi lobby dal potere e dal denaro verso la protezione del nostro pianeta.