Lunga vita al blog

Ho pubblicato il primo post del mio blog esattamente sei anni fa, poco dopo aver aperto la Partita Iva.

Su questo blog ci sono 150 articoli.

In sei anni è cambiata la frequenza di pubblicazione. All’inizio pubblicavo un articolo alla settimana, poi due al mese. Da due anni scrivo un articolo al mese.

Del resto il flusso di lavoro è diventato più intenso col passare del tempo, quindi ho dovuto aumentare l’intervallo tra un post e l’altro del mio blog per questioni organizzative.

Ma questo spazio resta fondamentale per la mia attività.

C’è chi comincia a fare blogging con entusiasmo, poi smarrisce motivazione e costanza e ci si ritrova con blog fermi da mesi o da anni senza neppure un ultimo post che comunica al lettore: “scusa, non ho più tempo di scrivere sul blog”.

Poi magari si infarcisce il profilo Instagram di didascalie chilometriche un giorno sì e l’altro pure.

Perché non dire chiaramente come stanno le cose?
Perché non dire che non c’è più interesse a curare il blog?

La scusa del “non ho tempo”

Spesso si dice di non avere tempo per scrivere sul blog, ma poi ci si perde in decine di Storie al giorno su Instagram.

Il motivo? Si dà la precedenza ai contenuti brevi ed estemporanei: poco investimento intellettivo, minori sforzi riflessivi.

Quando curi un blog e vuoi pubblicare un nuovo articolo, ti metti seduto con l’intenzione di scrivere la bozza del post, eliminando le distrazioni e senza cedere alle notifiche che interrompono il flusso di scrittura e fanno perdere la concentrazione.

Ovviamente ci vuole tempo. Tempo che oggi frammentiamo di continuo con uno stillicidio di interruzioni, soprattutto tecnologiche.

Il cervello si abitua a saltare da un’attività all’altra, a passare di continuo fra vari stimoli, tanto che persino vedere un film al cinema senza neppure lo schermo del cellulare di uno spettatore che si illumina all’improvviso è un lontano ricordo – e c’è chi osa fare altrettanto anche a teatro…

La soglia dell’attenzione è drasticamente ridotta.

Curare un blog richiede una serie di attività: la scrittura dell’articolo, la revisione, la scelta dell’immagine correlata, delle categorie e dei tag, i link interni ed esterni, la pubblicazione, la condivisione dell’articolo sui canali social e la newsletter.

Non è detto che debba fare tutto questo in un giorno: le attività possono essere spalmate in momenti diversi.

Sì, ma ci guadagni?

Non ho un guadagno diretto. Non sono pagata per scrivere sul mio blog e in passato ho rifiutato ambigue proposte di affiliazione.

Però il blog mi consente di fare inbound marketing, ossia di farmi leggere da persone potenzialmente interessate ai miei servizi, consolidando la mia autorevolezza nel settore.

E guarda caso, c’è chi mi sceglie come traduttrice anche per il mio blog, come mi hanno detto chiaro e tondo tre clienti.

Fare promesse e mantenerle è un bel modo per costruire un brand.
Seth Godin

Siamo sempre lì. La parola chiave è strategia, intesa più come metodo che come tattica.

Puoi decidere di avere o non avere un blog a seconda della strategia da adottare. Magari preferisci concentrarti sui video o sui podcast e hai tutto il diritto di farlo.

Si tratta di scelte. Ma che siano consapevoli, senza nascondersi dietro scuse traballanti o atti incoerenti.

“Quale sarà il tuo verso?”

Comunicazione interculturale: la raccolta dei miei articoli

 

Culture diverse, valori diversi.
Sai che il modo in cui guardi il mondo è soltanto una delle tante prospettive possibili?

I gesti, lo sguardo, il contatto fisico, il passaggio dal formale all’informale, il galateo a tavola, l’ambiguità delle parole: le differenze culturali influenzano questi aspetti e non solo.

Per evitare gaffe e brutte figure è importante conoscerli. Soprattutto se vorresti conquistare l’interlocutore straniero per motivi professionali.

Una maggiore sensibilità verso questi aspetti è una marcia in più non solo sul piano lavorativo: guarderai la vita in modo diverso, con un pizzico di curiosità e di tolleranza nei confronti della diversità.

Ecco la raccolta di articoli dedicati a questo tema che ho pubblicato in questi anni sul blog.

Perché la comunicazione interculturale è alla portata di tutti, anche di chi ha scarse conoscenze linguistiche.

Per iniziare
3 capacità (non linguistiche) per comunicare con un’altra cultura
12 domande per sviluppare la tua curiosità interculturale
Esci dalla tua bolla culturale
Il paradosso dell’intelligenza culturale

Comunicazione non verbale
I gesti e gli italiani: la comunicazione oltre le parole
Non fare questa gaffe!
Ma è vero che sorridiamo tutti nella stessa lingua?
Contatto fisico e distanza interpersonale: le differenze culturali

Comunicazione verbale
Come tradurre il silenzio
Comunicare al telefono con uno straniero
Scrivere email considerando le differenze culturali
Quando sì significa no e potenziali disastri

Tempo, cucina, abbigliamento, regali
Viaggi: le regole del galateo a tavola nel mondo
Il tempo come fattore interculturale
Abbigliamento e differenze culturali
Cosa regalare e non regalare a un cliente o collega straniero
Il significato dei fiori nelle culture

Ti va di approfondire?

Puoi approfondire questi aspetti e tanti altri nella guida che ho scritto per aiutarti a conquistare potenziali partner e clienti stranieri.

Mandami una mail per ricevere La tua Guida Pratica alla Comunicazione Interculturale a 36,40 euro!

Il blog ha un unico pubblico?

Dico subito la mia: no, un blog non può avere un unico pubblico.

Prima di aprire un blog, è opportuno riflettere sul target. Chi è il lettore ideale dei tuoi contenuti? Dipende dal tuo obiettivo.

In genere si decide di aprire un blog per intercettare potenziali clienti, ottenere visibilità online e diventare un piccolo riferimento per una nicchia, consolidando la propria reputazione.

Il blog è uno strumento importante per la tua attività e può rivelarsi molto utile alla tua vita professionale, soprattutto se sei un freelance.

Ma decidere per chi scrivere è una delle parti più difficili, perché il calendario editoriale e i contenuti saranno su misura del target che hai individuato.
Eppure ben presto ti rendi conto che i tuoi lettori costituiscono una realtà eterogenea.

Nel caso di un traduttore freelance che cura un blog, esistono due possibilità di target: i potenziali clienti e i colleghi traduttori. I contenuti più utili agli uni non sono poi così utili agli altri, in quanto si tratta di lettori con esigenze e interessi diversi.

Se decidi di scrivere per un determinato target, ti accorgi che alla fine riesci anche a intercettare altri lettori che magari non avevi in mente.

Cosa fare?
La cosa migliore è evitare un calderone di contenuti, un blog in cui scrivi di tutto senza dare il giusto peso a chi legge.
Invece potresti variare il calendario editoriale alternando gli articoli che possono risultare più interessanti ai potenziali clienti con quelli che attirano maggiormente i colleghi.

Un altro suggerimento? Aggiungi un tocco personale.

Non si tratta di raccontare i dettagli della tua vita personale, ma di dare un’anima agli articoli aggiungendo la tua esperienza. Racconta qualcosa che ti ispira nel tuo lavoro, aggiungi il tuo punto di vista su un argomento affrontato da altri, coniuga i tuoi interessi con spunti e riflessioni che possono risultare utili ai tuoi lettori.

Non è per niente facile, questo è vero. Però l’impegno è necessario come in tutte le cose.
Tu che ne pensi? Esiste soltanto un target per il blog?

“Scrivi qualcosa che valga la pena di essere letto o fai qualcosa che valga la pena di essere scritto.”
Benjamin Franklin

I miei post sulla vita da freelance

Nel mese di ottobre si celebra la European Freelancers Week, la Settimana Europea dei Freelance. E mentre in molte città di tutta Europa e online si svolgono dibattiti, incontri, seminari e conferenze su questo mondo professionale, ho pensato di condividere in questa pagina tutti i post che ho scritto in questi anni di blogging incentrati sulla categoria dei freelance.

Non si tratta dei post che riguardano strettamente la mia vita professionale di traduttrice freelance, bensì degli articoli relativi alla vita da freelance in generale.

Magari li hai letti già tutti in questi mesi, oppure qualcuno ti è sfuggito. Allora eccoli qui.

Se hai bisogno di motivazione, informazione, consigli, ispirazione o intrattenimento, spero che troverai ciò che cerchi. 😉

E se ti va, puoi lasciare un commento, condividere i post e raccontarmi la tua esperienza sulla vita da freelance. Perché la condivisione e il confronto arricchiscono ogni freelance.

Buona lettura!

Perché un freelance deve avere un blog

Se sei un freelance che vuole distinguersi dalla massa, devi avere un blog. Perché oggi il curriculum e il portfolio non sono sufficienti per trovare nuovi clienti e instaurare collaborazioni durature.

Però non farti prendere dal panico dovuto alle più comuni difficoltà del blogging: manca il tempo, scarseggiano l’ispirazione e le idee, soprattutto se non hai sviluppato una strategia di blogging e un calendario editoriale.

Per migliorare il tuo personal branding, il blog è un elemento fondamentale che contribuisce a comunicare il tuo valore e le tue competenze, ottimizzare il tuo sito web e intercettare nuovi clienti.

Il blog è un potente strumento di marketing che apporta:

  • Benefici SEO
    Aggiornando spesso un sito web, è possibile raggiungere un migliore posizionamento su Google. Grazie agli articoli del blog, i motori di ricerca danno maggiore rilevanza a un sito web aggiornato rispetto a uno che rimane immutato nel tempo.
  • Visibilità
    Gli utenti che leggono i tuoi post aumentano il traffico del sito. Inoltre, grazie ai commenti e alle condivisioni dei tuoi post sui social network, puoi ottenere un’esposizione importante. Il tuo nome circola, puoi diventare un punto di riferimento per una nicchia e fidelizzare determinati utenti che possono trasformarsi in clienti.
Quanto può influire il blog di un freelance nel suscitare una buona impressione in un potenziale cliente?

Ti posso raccontare la mia esperienza personale.

Nel caso di un traduttore freelance, un’agenzia di traduzione può accertarsi delle competenze linguistiche di un traduttore proponendo un test di traduzione il cui esito è determinante per avviare una collaborazione.

Prima di una possibile collaborazione, il cliente cerca informazioni sul potenziale fornitore (il traduttore freelance). E questa ricerca avviene online. Il cliente legge le informazioni disponibili sul web, approfondisce la ricerca sul sito personale e i profili social del traduttore, si sofferma sul blog. Leggendo uno o più articoli del blog, può analizzare più a fondo le capacità linguistiche, le conoscenze culturali e gli interessi del traduttore.

Qualche mese fa ho ottenuto il più grosso incarico di traduzione fino a oggi a cui ho lavorato per settimane. E il cliente ha rivelato che mi ha proposto questa collaborazione non solo in base all’esito positivo del test di traduzione, ma anche grazie al mio blog.

Oltre alla soddisfazione di lavorare a un progetto corposo, sono rimasta gratificata nell’apprendere che persistere nell’attività di blogging alla fine ripaga.

Il blog di un freelance ha bisogno di costanza, passione e strategia.
I risultati non arrivano subito, né si possono misurare in guadagni diretti. Ma la conquista è un livello di credibilità e autorevolezza tutt’altro che trascurabile.

Il mio 2014 in immagini sparse

Il 2014 volge al termine. Ma ammetto di avere qualche difficoltà nell’elaborare il tradizionale post di fine anno.

La tendenza diffusa (non solo nei blog) è questa: tirare le somme dell’anno appena trascorso, fare un bilancio di quanto realizzato, scrivere i propositi per il nuovo anno, guardare al passato con l’animo già proiettato al futuro.

Non credo di essere in grado di riassumere un intero anno in poche righe, ma è inevitabile che la mente ripercorra il passato alla ricerca di ciò che ha caratterizzato questi dodici mesi.
E allora si affacciano immagini sparse, ricordi e sensazioni del mio 2014.

  • Il viaggio in Cina, un’esperienza di vita a metà tra viaggio di lavoro e di piacere.
  • Le delusioni per le risposte non ricevute e i preventivi non accettati.
  • I momenti di formazione e aggiornamento professionale, lo studio e il bisogno di mettere in pratica quanto appreso.
  • Le ulteriori tappe di personal branding con l’apertura del sito e di questo blog all’inizio dell’estate.
  • Le emozioni indelebili che mi ha regalato il teatro inglese durante la vacanza a Londra.
  • Le persone conosciute, i momenti di networking, le prospettive di collaborazione.
  • Le sfide professionali del mondo della traduzione, nonché del turismo, gli alti e bassi della vita da freelance.

raffaella-lippolis-sitoE poi le risate, le strette di mano, le lacrime, la fiducia e la disponibilità offerte e ricevute, il desiderio di continuare a migliorare anche se mi fanno spesso notare che probabilmente sono fin troppo precisa. Non posso evitarlo. Una traduttrice non può fare a meno di andare alla ricerca della perfezione, come quando rilegge e revisiona un testo innumerevoli volte e smette di farlo solo perché è giunto il momento della consegna. Altrimenti continuerebbe all’infinito.

Così ora la traduttrice chiude il capitolo 2014 perché è giunto il momento di iniziare una nuova pagina.