Oggi è il 5 novembre e, come tutti sappiamo, questa data è commemorata nel Regno Unito per la Congiura delle Polveri, cioè il tentativo di Guy Fawkes e di un gruppo di cospiratori cattolici di far esplodere il Parlamento inglese nella notte del 5 novembre 1605.
Molti hanno però scoperto questa celebrazione grazie a un film, V per Vendetta, tratto dalla graphic novel di Alan Moore e David Lloyd. Così il 5 novembre è diventata una data celebrata in tutto il mondo da ormai dieci anni e la filastrocca “Ricorda per sempre il 5 novembre…” si ripete nelle nostre teste in questo giorno.
V per Vendetta è uno dei miei film preferiti. Tra le cose che più amo di questa pellicola, vi sono i numerosi riferimenti, citazioni, analogie e simboli che richiamano la storia, la letteratura, la politica, la musica e il cinema.
La simbologia principale del film è la V, associata spesso al 5, visto che “V” corrisponde al quinto numero romano. Ad esempio, la V e il 5 ricorrono nei nomi dei protagonisti: il rivoluzionario V, che indossa la maschera di Guy Fawkes, e Evey Hammond, nel cui nome compaiono la “v” e la “e”, ossia la quinta lettera dell’alfabeto.
E nel film ritroviamo la V e il 5 in moltissimi altri casi, dalla Quinta Sinfonia di Beethoven alla cella numero 5, dal personaggio di Valerie alle lancette dell’orologio del Big Ben…
Il momento più impressionante in cui compare la V è il monologo iniziale di V, quando l’uomo si presenta a Evey dopo averla salvata dagli uomini del Dito.
Nella carismatica presentazione la V si ripete di continuo. Questo passaggio ha rappresentato indubbiamente una grande sfida per la traduzione e l’adattamento.
Nella versione inglese del monologo, la V si ripete 53 volte:
Voilà! In view, a humble vaudevillian veteran cast vicariously as both victim and villain by the vicissitudes of Fate. This visage, no mere veneer of vanity, is a vestige of the vox populi, now vacant, vanished. However, this valourous visitation of a bygone vexation stands vivified and has vowed to vanquish these venal and virulent vermin vanguarding vice and vouchsafing the violently vicious and voracious violation of volition! The only verdict is vengeance; a vendetta held as a votive, not in vain, for the value and veracity of such shall one day vindicate the vigilant and the virtuous. Verily, this vichyssoise of verbiage veers most verbose, so let me simply add that it’s my very good honour to meet you and you may call me V.
Nella versione italiana del monologo, la V ricorre 48 volte:
Voilà! Alla vista un umile veterano del vaudeville, chiamato a fare le veci sia della vittima che del violento dalle vicissitudini del fato. Questo viso non è vacuo vessillo di vanità, ma semplice vestigia della vox populi, ora vuota, ora vana. Tuttavia, questa visita alla vessazione passata acquista vigore ed è votata alla vittoria sui vampiri virulenti che aprono al vizio, garanti della violazione vessatrice e vorace della volontà. L’unico verdetto è vendicarsi… vendetta… E diventa un voto non mai vano poiché il suo valore e la sua veridicità vendicheranno un giorno coloro che sono vigili e virtuosi. In verità questa vichyssoise verbale vira verso il verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V.
Il lavoro di traduzione e adattamento è grandioso nel riprodurre non solo il senso dell’originale ma anche la ripetizione della V, che ricorre spesso come iniziale, utilizzando un numero quasi equivalente di parole. E tutto ciò non avviene in uno sproloquio insensato, bensì in un monologo ricco di significato.
Niente più trucchi. Niente più menzogne. Solo verità.
V per Vendetta