Le differenze linguistiche possono provocare pregiudizi e atteggiamenti discriminanti.
Una persona che parla una lingua straniera con accento marcato potrebbe essere considerata meno intelligente o meno competente semplicemente perché è una persona che parla una lingua straniera con accento marcato.
In tal caso, le competenze del soggetto vengono misurate soltanto dall’espressione linguistica, ignorando le sue reali abilità.
Purtroppo questa percezione è reale, come dimostrano gli studi.
Questi ultimi riguardano soprattutto la lingua inglese, in particolare il confronto tra i madrelingua e chi parla inglese come lingua straniera.
In genere, l’inglese parlato con accento italiano, francese e tedesco è apprezzato dai madrelingua inglesi: viene considerato sofisticato o persino sexy.
Ma le cose cambiano se a parlare inglese è un asiatico, un africano o una persona del Medio Oriente. In tali casi, l’accento è meno apprezzato o considerato sgradevole.
Questo fenomeno, che non è sempre intenzionale, non riguarda soltanto l’inglese.
Consideriamo la nostra lingua.
In genere, se una persona italiana sta per interagire in italiano con un asiatico, le aspettative sono queste: l’interlocutore parlerà con marcato accento straniero, avrà esitazioni, commetterà errori o sarà difficile da capire.
Invece potrebbe trattarsi ad esempio di un giapponese di seconda generazione, nato a Milano da genitori giapponesi, che ha sempre parlato italiano con naturalezza, scioltezza e accento milanese.
Questo pregiudizio più o meno inconsapevole potrebbe essere una forma di razzismo linguistico.
La psicologia dietro il razzismo linguistico
Qual è il motivo alla base di tutto questo?
Entrano in gioco meccanismi psicologici.
Il cervello fa più fatica a capire un accento meno familiare. Lo sforzo in più nell’atto della comprensione e l’innata predisposizione favorevole verso le persone simili e non nei confronti del diverso possono suscitare sentimenti negativi verso chi ha origini straniere e parla una lingua straniera con accento marcato.
Ciò potrebbe indurre alcuni ad assumere atteggiamenti discriminanti, come escludere o ridicolizzare questi soggetti che sviluppano un complesso di inferiorità, dando vita al vero e proprio razzismo linguistico.
Come affrontare il razzismo linguistico
La base di tutto è la consapevolezza. Ecco cosa fare per evitare forme di razzismo linguistico:
- Migliorare le proprie capacità di ascolto, prestando più attenzione a quello che dice l’altro e non a quello che ci si aspetta di sentire
- Parlare più lentamente e utilizzare meno espressioni idiomatiche in presenza di interlocutori non madrelingua
- Ascoltare una pluralità di accenti diversi per abituare l’orecchio e il cervello a suoni meno familiari
Conoscevi già questo fenomeno o hai vissuto qualcosa di simile quando parli una lingua straniera?