La paura è uno dei temi di Halloween, ma anche un elemento che caratterizza la vita del traduttore freelance. Come in altre professioni, il traduttore deve convivere con la paura, che si manifesta in molte forme e si impadronisce di noi senza quasi esserne consapevoli.
Che sia per scarsa autostima o per una certa tendenza al panico, la paura ostacola la ragione, offusca le nostre certezze e ci fa precipitare nel vortice dell’angoscia, che il più delle volte è immotivata ed è la pura conseguenza di un caos emotivo dominato da sensazioni negative.
L’insicurezza e la paura assalgono soprattutto il traduttore freelance che si è affacciato da poco sul mercato, fresco di studi e con poca esperienza. Mille dubbi assalgono il neo-traduttore: le tariffe da applicare, la ricerca del primo cliente, la concorrenza dei colleghi più esperti…
Tuttavia, i dubbi e le ansie convivono anche con i traduttori più maturi, che hanno vari anni di esperienza alle spalle.
Ti propongo un breve elenco delle paure (spesso ingiustificate) che assalgono un traduttore.
Ecco di cosa ha paura il traduttore freelance:
- Un potenziale cliente chiede il preventivo di una traduzione. Non avrai mai più sue notizie.
- Il Project Manager non è molto soddisfatto del tuo lavoro?
- Il cliente che non paga la fattura.
- Il computer che si riavvia/spegne/muore mentre traduci l’ennesima cartella del giorno.
- Anche se sei consapevole che nella vita di un freelance esiste il cosiddetto ciclo “feast or famine”, con l’alternarsi di periodi di grassa e di magra, hai il terrore dei periodi di magra.
- Ti accorgi di un refuso nella traduzione dopo averla consegnata.
- E se non fossi all’altezza di questo incarico di traduzione?
- Le tasse sono puntuali, il saldo delle fatture praticamente mai.
- Perdere i glossari e le memorie di traduzione archiviati per motivi ignoti.
- La gente non capirà MAI che tradurre è un lavoro.