Le mie impressioni sul Freelancecamp Roma

Il 16 giugno 2017 si è svolta la prima edizione del Freelancecamp Roma, il barcamp dei freelance che dal 2012 si tiene ogni anno a Marina Romea.

Ho partecipato all’edizione romana e, come mi aspettavo, l’evento è stato assolutamente stimolante e ricco di spirito costruttivo. Questo raduno di freelance non è soltanto un momento di formazione, ma è soprattutto una giornata all’insegna del networking.

Puoi scoprire la storia e le diverse sfumature del lavoro indipendente, visto che si riuniscono diverse figure professionali.
Ma la cosa più bella è il piacere di aver conosciuto di persona diverse colleghe conosciute online, trovando una piacevole sintonia e incontrando volti nuovi o familiari che hanno qualcosa da raccontare.

Fonte: @zarina1973

Fonte: @zarina1973

Nel corso della giornata, si sono susseguiti diciotto interventi: alcuni davvero brillanti e ricchi di spunti, altri un po’ meno. Perché il Freelancecamp è l’occasione perfetta per confrontarsi con altri liberi professionisti: la condivisione delle esperienze ti porta a pensare che siamo un po’ tutti sulla stessa barca e ci fa sentire meno soli.

Così ho apprezzato l’intervento di Francesca Manicardi di Punto F che ha presentato il Freelance Lab e nel suo speech ha toccato vari punti che sono stati affrontati anche da altri speaker. Tra questi, il rapporto con i soldi e il coraggio di parlarne apertamente e con simpatia come ha fatto Alessandra Farabegoli, una degli ideatori del Freelancecamp, che ci ha ricordato che gli equilibri cambiano e l’importanza dei bilanci nella nostra vita professionale.

Donata Columbro ha illustrato un’appassionante metafora tra il freelance e il maratoneta, mentre Simona Sciancalepore ci ha fatto sorridere con i “mai senza” del freelance, tra cui il confronto, l’attività fisica, il prosecco, il pianto e le risate.

Senza dimenticare l’importanza della gestione del tempo, riducendo le distrazioni e le attività sterili, imparando a disconnettersi per migliorare lo stile di vita.

Oppure due importanti moniti di PeopleBranding:

  1. Lavorare gratis significa diminuire la qualità percepita del tuo servizio. Meditate, gente, meditate.
  2. Per quanto il branding e la promozione di se stessi possano aiutarci nel mercato, non sono tutto, anche se oggi inseguiamo la visibilità. Sono le competenze, le conoscenze e le relazioni instaurate a trasmettere al cliente la qualità del lavoro del professionista.

Paolo Cappelli si è soffermato sull’importanza del perché facciamo il nostro lavoro, che ci porta a riflettere sulla nostra unicità. E in questo modo possiamo anche imparare a innovare o a colmare alcune lacune del mercato, differenziandoci dalla concorrenza.
Ho amato particolarmente il suo speech perché analizzava diversi aspetti che sostengo da sempre, come l’importanza dell’empatia nella relazione con il cliente, che ti porta a unire il tuo perché al suo. E soprattutto il ruolo essenziale delle competenze e della comunicazione interculturale quando vuoi vendere un servizio o un prodotto all’estero.

Ecco i video degli speech che ho apprezzato di più. Puoi vedere tutti gli interventi sul sito del Freelancecamp e le foto ufficiali scattate da Giuliana Corrado e Sara Soldano.

Francesca Manicardi – Vademecum per aspiranti freelance

Augusto Pirovano – Come presentare e vendere partendo dai problemi

Donata Columbro – Run like a freelance

Alessandra Farabegoli – I bilanci dei freelance

Paolo Cappelli – Internazionalizzazione del freelance: aprirsi al mercato globale

Cristiano Nordio e Gianluca Fiscato (PeopleBranding) – Dare un prezzo al proprio valore

Matteo Uguzzoni – Seneca, il cash e un quaderno giapponese

Simona Sciancalepore – Come sopravvivere ai mali del freelance

E come dice Alessandra Farabegoli: “Freelancecamp è smettere di lamentarsi e cominciare a cambiare”. 😀

Il blog ha un unico pubblico?

Dico subito la mia: no, un blog non può avere un unico pubblico.

Prima di aprire un blog, è opportuno riflettere sul target. Chi è il lettore ideale dei tuoi contenuti? Dipende dal tuo obiettivo.

In genere si decide di aprire un blog per intercettare potenziali clienti, ottenere visibilità online e diventare un piccolo riferimento per una nicchia, consolidando la propria reputazione.

Il blog è uno strumento importante per la tua attività e può rivelarsi molto utile alla tua vita professionale, soprattutto se sei un freelance.

Ma decidere per chi scrivere è una delle parti più difficili, perché il calendario editoriale e i contenuti saranno su misura del target che hai individuato.
Eppure ben presto ti rendi conto che i tuoi lettori costituiscono una realtà eterogenea.

Nel caso di un traduttore freelance che cura un blog, esistono due possibilità di target: i potenziali clienti e i colleghi traduttori. I contenuti più utili agli uni non sono poi così utili agli altri, in quanto si tratta di lettori con esigenze e interessi diversi.

Se decidi di scrivere per un determinato target, ti accorgi che alla fine riesci anche a intercettare altri lettori che magari non avevi in mente.

Cosa fare?
La cosa migliore è evitare un calderone di contenuti, un blog in cui scrivi di tutto senza dare il giusto peso a chi legge.
Invece potresti variare il calendario editoriale alternando gli articoli che possono risultare più interessanti ai potenziali clienti con quelli che attirano maggiormente i colleghi.

Un altro suggerimento? Aggiungi un tocco personale.

Non si tratta di raccontare i dettagli della tua vita personale, ma di dare un’anima agli articoli aggiungendo la tua esperienza. Racconta qualcosa che ti ispira nel tuo lavoro, aggiungi il tuo punto di vista su un argomento affrontato da altri, coniuga i tuoi interessi con spunti e riflessioni che possono risultare utili ai tuoi lettori.

Non è per niente facile, questo è vero. Però l’impegno è necessario come in tutte le cose.
Tu che ne pensi? Esiste soltanto un target per il blog?

“Scrivi qualcosa che valga la pena di essere letto o fai qualcosa che valga la pena di essere scritto.”
Benjamin Franklin

Perché un freelance deve avere un blog

Se sei un freelance che vuole distinguersi dalla massa, devi avere un blog. Perché oggi il curriculum e il portfolio non sono sufficienti per trovare nuovi clienti e instaurare collaborazioni durature.

Però non farti prendere dal panico dovuto alle più comuni difficoltà del blogging: manca il tempo, scarseggiano l’ispirazione e le idee, soprattutto se non hai sviluppato una strategia di blogging e un calendario editoriale.

Per migliorare il tuo personal branding, il blog è un elemento fondamentale che contribuisce a comunicare il tuo valore e le tue competenze, ottimizzare il tuo sito web e intercettare nuovi clienti.

Il blog è un potente strumento di marketing che apporta:

  • Benefici SEO
    Aggiornando spesso un sito web, è possibile raggiungere un migliore posizionamento su Google. Grazie agli articoli del blog, i motori di ricerca danno maggiore rilevanza a un sito web aggiornato rispetto a uno che rimane immutato nel tempo.
  • Visibilità
    Gli utenti che leggono i tuoi post aumentano il traffico del sito. Inoltre, grazie ai commenti e alle condivisioni dei tuoi post sui social network, puoi ottenere un’esposizione importante. Il tuo nome circola, puoi diventare un punto di riferimento per una nicchia e fidelizzare determinati utenti che possono trasformarsi in clienti.
Quanto può influire il blog di un freelance nel suscitare una buona impressione in un potenziale cliente?

Ti posso raccontare la mia esperienza personale.

Nel caso di un traduttore freelance, un’agenzia di traduzione può accertarsi delle competenze linguistiche di un traduttore proponendo un test di traduzione il cui esito è determinante per avviare una collaborazione.

Prima di una possibile collaborazione, il cliente cerca informazioni sul potenziale fornitore (il traduttore freelance). E questa ricerca avviene online. Il cliente legge le informazioni disponibili sul web, approfondisce la ricerca sul sito personale e i profili social del traduttore, si sofferma sul blog. Leggendo uno o più articoli del blog, può analizzare più a fondo le capacità linguistiche, le conoscenze culturali e gli interessi del traduttore.

Qualche mese fa ho ottenuto il più grosso incarico di traduzione fino a oggi a cui ho lavorato per settimane. E il cliente ha rivelato che mi ha proposto questa collaborazione non solo in base all’esito positivo del test di traduzione, ma anche grazie al mio blog.

Oltre alla soddisfazione di lavorare a un progetto corposo, sono rimasta gratificata nell’apprendere che persistere nell’attività di blogging alla fine ripaga.

Il blog di un freelance ha bisogno di costanza, passione e strategia.
I risultati non arrivano subito, né si possono misurare in guadagni diretti. Ma la conquista è un livello di credibilità e autorevolezza tutt’altro che trascurabile.

Traduttore freelance e potenziale cliente: come fare una buona impressione

Il traduttore freelance è sempre alla ricerca di clienti: agenzie di traduzioni, aziende, privati, organizzazioni. La lista non finisce qui ed è decisamente varia.

Ma oltre a prendere l’iniziativa per intercettare potenziali clienti interessati ai suoi servizi di traduzione, talvolta è il cliente a contattare il traduttore per la prima volta. In questo caso l’email o la telefonata del potenziale cliente arriva grazie al passaparola, oppure come risultato dell’ottimo lavoro di personal branding del traduttore freelance, che raggiunge una certa visibilità online grazie al sito, al blog e ai suoi profili social.

Quando è il cliente a contattare il traduttore freelance, quest’ultimo deve fare di tutto per assicurare una buona impressione e dimostrarsi degno della fiducia che il potenziale cliente ha voluto accordargli alla sua prima richiesta.

Ecco i miei suggerimenti in base alla mia esperienza.

Rispondi con rapidità

I tempi di risposta hanno una grande importanza. Se il potenziale cliente ti ha mandato un’email, cerca di rispondere tempestivamente alla sua richiesta. Che si tratti di un preventivo o della possibilità di incontrarsi e discutere del progetto, dimostra la tua disponibilità rispondendo nel più breve tempo possibile.
Se il cliente ha contattato vari traduttori, quasi sempre il primo traduttore freelance a rispondere è quello che finisce per aggiudicarsi il lavoro.

Comunica con un linguaggio semplice

A meno che tu non abbia a che fare con un’agenzia di traduzioni, il potenziale cliente non conosce la terminologia specifica utilizzata dal traduttore freelance. Quindi spiega cos’è una cartella o un CAT tool, oppure non dare per scontato che il potenziale cliente sappia la differenza fra traduzione e localizzazione.

Usa un linguaggio chiaro e semplice, evitando i termini troppo tecnici, e comunica con un linguaggio comprensibile per il potenziale cliente.

Personalizza la comunicazione

C’è il cliente che non hai mai incontrato e con cui hai sempre lavorato attraverso lo scambio di email, ma c’è anche quello che ha bisogno di conoscerti di persona o che preferisce comunicare al telefono.

Il segreto per instaurare un ottimo rapporto è adattarti allo stile di comunicazione del cliente. Allora personalizza il tuo approccio comunicativo secondo le sue esigenze, facendolo sentire unico.
Poi è ovvio che, sebbene il tuo cliente preferisca una chiacchierata di lavoro a uno scambio di email, la parola scritta (preventivo, ordine, eventuale contratto, fattura) non deve mai mancare.

Cerca di essere la soluzione, non il problema

A volte il potenziale cliente ti contatta per un progetto relativo a un ambito di specializzazione che non ti appartiene o per una combinazione linguistica che non corrisponde alle tue lingue di lavoro attive e passive. Oppure vorresti accettare il lavoro, ma la richiesta arriva in un periodo in cui stai già lavorando a numerosi progetti con consegna imminente.

In quei casi in cui non puoi accettare il lavoro proposto, non diventare fonte di ulteriori difficoltà per il potenziale cliente, ma cerca di trovare una soluzione: proponi un altro collega, mettilo in contatto con un traduttore freelance che lavora con quel particolare settore o nella combinazione linguistica richiesta dal cliente e diversa dalla tua. Questa volta non otterrai il lavoro, ma il potenziale cliente sarà grato per la soluzione che hai fornito e si ricorderà di te. E magari in futuro ti contatterà di nuovo per un progetto che potrai accettare senza problemi.

Cosa ne pensi? Quali altri suggerimenti possiamo aggiungere per fare una buona impressione?

Web Writing e le prime novità del 2015

Web Writing e non solo: ho deciso di proporre servizi aggiuntivi oltre ai servizi linguistici già attivi.

Le prime novità di questo 2015 sono due, perché la parola d’ordine del nuovo anno è diversificazione.
Intendo infatti diversificare l’offerta dei servizi, esplorando percorsi di accompagnamento alla traduzione per sviluppare la mia attività professionale.

In primavera presenterò un progetto a cui ho iniziato a lavorare da poco e che richiede alcune settimane di tempo prima del suo debutto. Questa piccola anticipazione suscita un po’ di curiosità?

Ma veniamo alle prime novità del 2015.
Ho deciso di aggiungere due nuovi servizi correlati a quelli linguistici già offerti, ossia Web Writing e Copywriting.

Di cosa si tratta? Quali sono le differenze tra Web Writing e Copywriting?
Si tratta di servizi di scrittura che richiedono creatività, ricerca, competenze SEO e nozioni di web marketing. Ecco cosa offro nello specifico:

Web Writing
Redazione articoli per blog
Scrittura testi per siti web
Consulenza SEO per metatags (parole chiave, meta description)
Copywriting
Scrittura testi per brochure
Scrittura comunicati stampa
Redazione testi pubblicitari (email marketing, messaggi promozionali)

Chi desidera approfondire questi servizi e mettermi alla prova, può contattarmi senza esitare. Sono a disposizione per chiarimenti, proposte, suggerimenti e collaborazioni.

Fonte immagine: I Love Creativity

Il mio 2014 in immagini sparse

Il 2014 volge al termine. Ma ammetto di avere qualche difficoltà nell’elaborare il tradizionale post di fine anno.

La tendenza diffusa (non solo nei blog) è questa: tirare le somme dell’anno appena trascorso, fare un bilancio di quanto realizzato, scrivere i propositi per il nuovo anno, guardare al passato con l’animo già proiettato al futuro.

Non credo di essere in grado di riassumere un intero anno in poche righe, ma è inevitabile che la mente ripercorra il passato alla ricerca di ciò che ha caratterizzato questi dodici mesi.
E allora si affacciano immagini sparse, ricordi e sensazioni del mio 2014.

  • Il viaggio in Cina, un’esperienza di vita a metà tra viaggio di lavoro e di piacere.
  • Le delusioni per le risposte non ricevute e i preventivi non accettati.
  • I momenti di formazione e aggiornamento professionale, lo studio e il bisogno di mettere in pratica quanto appreso.
  • Le ulteriori tappe di personal branding con l’apertura del sito e di questo blog all’inizio dell’estate.
  • Le emozioni indelebili che mi ha regalato il teatro inglese durante la vacanza a Londra.
  • Le persone conosciute, i momenti di networking, le prospettive di collaborazione.
  • Le sfide professionali del mondo della traduzione, nonché del turismo, gli alti e bassi della vita da freelance.

raffaella-lippolis-sitoE poi le risate, le strette di mano, le lacrime, la fiducia e la disponibilità offerte e ricevute, il desiderio di continuare a migliorare anche se mi fanno spesso notare che probabilmente sono fin troppo precisa. Non posso evitarlo. Una traduttrice non può fare a meno di andare alla ricerca della perfezione, come quando rilegge e revisiona un testo innumerevoli volte e smette di farlo solo perché è giunto il momento della consegna. Altrimenti continuerebbe all’infinito.

Così ora la traduttrice chiude il capitolo 2014 perché è giunto il momento di iniziare una nuova pagina.